Sicilia non è solo mare, sole, cannoli, palazzi barocchi e mercati chiassosi. Sicilia è anche natura e sport all’aria aperta. L’anno scorso mi sono recata sull’isola di Trinacria - questo è il nome antico della Sicilia – per esplorare tutta la parte orientale della regione, ma mi ero concentrata soprattutto sulle città d’arte, sulle spiagge e ovviamente sul cibo delizioso. Quest’anno ci sono ritornata perché io e la Sicilia avevamo ancora qualcosa in sospeso: il trekking sull’Etna. In questo articolo vi spiego per filo e per segno come funziona l’escursione e vi darò qualche suggerimento prezioso per l’organizzazione del tour.
Informazioni tecniche
LOCALITÀ > Nicolosi (Catania)
DIFFICOLTÀ > Media
DURATA > 5 ore
LUNGHEZZA > 8,5 km
DISLIVELLO > 510 metri in salita e 785 metri in discesa
PUNTI DI RISTORO > lungo il percorso non ci sono rifugi. Ci sono però vari punti di ristoro sul parcheggio della stazione a valle della funivia oppure c’è un bar alla stazione a monte.

Vi presento l’Etna
In realtà non servono grandi presentazioni. Probabilmente tutti voi lo conoscete già, giusto? Ma di seguito vi elenco in breve qualche dettaglio interessante riguardo al protagonista di questo articolo.
Il vulcano Etna, detto anche Mongibello, è il più alto vulcano attivo d’Europa e si trova sull’isola della Sicilia. Nel 2013 l’Etna è stato inserito nell’elenco dei beni costituenti il Patrimonio dell’umanità.
Con un diametro di oltre 40 chilometri e un perimetro di base di circa 135 km, il vulcano siciliano occupa una superficie di 1 265 km² e la sua altezza varia nel tempo a causa delle sue eruzioni che ne determinano l’innalzamento o l’abbassamento.
I quattro crateri sommitali sono: la Voragine e la Bocca Nuova, che si sono formate all’interno del Cratere Centrale rispettivamente nel 1945 e 1968, il Cratere di Nord-Est, che esiste dal 1911 e il Cratere di Sud-Est, che è attualmente il punto più alto dell’Etna.

Quando fare il trekking sull’Etna
Iniziamo con il dire che al momento la vetta più alta dell’Etna misura all’incirca 3.350 metri. Scrivo “al momento” poiché è difficile dare un dato esatto siccome il vulcano è in continua mutazione e cambia la sua altezza ad ogni eruzione.
Recarsi al di sopra dei 3.000 metri, significa comunque raggiungere delle temperature basse indipendentemente dalla stagione. Se decidete di fare questo trekking in estate, calcolate che in vetta non ci saranno più di 15 gradi. Consiglio quindi di mettere nello zaino una giacca anche durante i mesi caldi.
Noi abbiamo fatto l’escursione a metà novembre e per fortuna la nostra guida ci ha detto di portare indumenti pesanti. Anche perché la notte prima di salire sul vulcano, Madre Natura ha voluto farci uno scherzetto e ha imbiancato l’Etna con la prima neve della stagione.
Detto questo, i periodi migliori per fare un’escursione a piedi sull’Etna sono indubbiamente i mesi primaverili e il mese di settembre. Durante i mesi più caldi dell’anno vi suggerisco di fare il tour all’alba o al tramonto per evitare di camminare sotto il sole cocente.

Cosa serve per fare il trekking sull’Etna?
Vi dico la verità: faccio molte escursioni in Dolomiti e penso di conoscere relativamente bene la montagna, ma quando è arrivata l’ora di preparare l’attrezzatura per l’escursione sull’Etna mi sono trovata un po’in difficoltà e ho dovuto chiamare la nostra guida.
Io sarei partita con le mie scarpe da trekking basse, ma è caldamente consigliato usare quelle alte. Questo perché potreste trovare la neve come è successo a noi (e a questo punto sarebbe ancora meglio usare quelle in gore tex), ma anche per evitare che la sabbia e i sassolini vi entrino nelle scarpe durante le scivolate della discesa.
Il terreno è molto instabile e a mio avviso in questo caso sono molto comodi i bastoncini da trekking. Se non riuscite a portarveli da casa, potete noleggiarli alla base della funivia. Qui ci sono comunque vari noleggi dove poter prendere tutta l’attrezzatura necessaria per l’escursione.
Se vi capiterà di fare il trekking in autunno, usate degli indumenti pesanti. Io ho indossato dei pantaloni sportivi lunghi con l’elastico alla caviglia, che ha fatto in modo che non entrassero le pietruzze nelle scarpe.
Sopra ho messo una maglietta a maniche corte, una felpa, un piumino e in vetta mi sono anche vestita la giacca antivento. Inoltre non dimenticatevi dei guanti e del berretto.
In estate potete anche utilizzare i pantaloncini corti, ma vi servirà un maglione e anche una giacca leggera per quando sarete sulla cima.
Portate uno zaino nel quale mettere capi di ricambio e il vostro pranzo al sacco. È indispensabile il casco da indossare lungo l’ultimo tratto del trekking. Ah, e non scordate la crema solare!

Descrizione dell’escursione sull’Etna
Ci sono vari trekking da poter fare sul vulcano siciliano. Noi abbiamo deciso di fare quello più impegnativo, ma abbiamo utilizzato la funivia e i camioncini per accorciare la distanza e il dislivello.
Mirto, la nostra guida alpina, è venuto a prenderci presso il nostro alloggio in centro a Catania e ci ha accompagnati fino alla stazione a valle della moderna funivia dell’Etna presso il grande parcheggio di fronte al Rifugio Sapienza (1910 metri). Il viaggio in auto è durato all’incirca 50 minuti.
Arrivati al grande piazzale, si ha la possibilità di utilizzare i bagni dei vari ristoranti, comprare acqua e cibo e/o noleggiare l’attrezzatura mancante.
La funivia, che è in funzione dalle 8:30 alle 16:10 (ultima discesa alle 15:50), ci ha portati a 2500 metri. Dopodiché abbiamo utilizzato i camioncini che in 10 minuti ci hanno fatto arrivare alla quota massima consentita dalle autorità competenti in area sommitale attualmente fissata a 2.750 mt. Il costo della funivia (andata e ritorno) e del servizio del camioncino (solo andata) è di 45€ a persona.
Come previsto dalla normativa in vigore, da qui l’escursione prosegue solo ed esclusivamente accompagnati dalle Guide Alpine/Vulcanologiche. La prima parte del tour si snoda su un terreno abbastanza roccioso e pendente. Dopo questi 30 minuti in salita, il percorso diventa un po’più pianeggiante. È di vitale importanza seguire i passi della guida perché è veramente facile perdersi lassù. Il sentiero sdrucciolevole non è segnalato.
Il panorama è lunare: la fresca neve bianca si fonde con il nero lavico, sembra di essere stati catapultati in un film in bianco e nero. Sulla nostra destra la fumante vetta che a volte sembra essere vicinissima, ma che poi subito dopo si allontana.
L’ultimo tratto per arrivare in vetta è nuovamente in salita e più impegnativo perché abbiamo trovato 20-30 cm di neve fresca. Quel giorno il nostro gruppo è stato l’unico a salire sulla sommità dell’Etna. Abbiamo quindi dovuto creare il nostro sentiero calpestando la neve caduta durante la notte precedente.
Arrivare sulla vetta è stata un’emozione indescrivibile. Dinnanzi a noi una bocca che sputava del denso fumo, odore di zolfo, colori magici. Tutti si sono zittiti e ci siamo goduti quello spettacolo della natura che per ben due volte ci ha regalato un ulteriore momento di enfasi: dei boati provenienti dalla bocca del vulcano.
Dopo aver scattato centinaia di foto ci siamo goduti il panino più buono della storia, avevo una fame da svenire e quel filoncino con la mortadella ai pistacchi è stato la fine del mondo.
Poi è arrivato il momento più divertente della gita: la scivolata lungo il ghiaione di lava. La corsa sulla morbida sabbia nera ha riscaldato corpo e anima. Sembrava di galoppare sulle nuvole. Terminata questa spassosa discesa ci siamo ricongiunti con il sentiero che avevamo fatto all’andata e siamo tornati a piedi fino alla stazione a monte della funivia. Da qui abbiamo utilizzato l’impianto per ritornare a valle.

Mi raccomando, questa non è una gita da sottovalutare. Quando siamo saliti sul pulmino a Catania, non sapevamo ancora se ce l’avremmo fatta a salire sulla vetta a causa della neve. Affidatevi alle guide esperte, consultate le previsioni del tempo e utilizzate l’attrezzatura e gli indumenti giusti.
Se questa escursione non fa per voi e preferite visitare la Sicilia in modo diverso godendovi il mare, le città e le attrazioni in bassa quota, leggete il mio “Itinerario di 10 giorni in Sicilia Orientale”.
