A Pasqua, anche in Alto Adige, arriva il coniglietto e ci porta le uova di cioccolato come in tutto il resto d’Italia. Anche qui tra le montagne, facciamo la Quaresima e partecipiamo alle processioni. E sì, anche nella nostra regione, durante questo periodo, pulcini e fiorellini invadono le nostre case. Ma abbiamo altre numerose tradizioni pasquali delle quali forse non eravate a conoscenza.
La Pasqua in Alto Adige
Pasqua è una festa religiosa molto sentita e rispettata in Alto Adige e nelle valli delle Dolomiti. Di frequente la si festeggia quando la stagione invernale è ormai terminata e tutti i turisti sono tornati a casa. La festa viene quindi spesso celebrata in famiglia e il programma della Settimana Santa è molto vasto.
Non solo si va in chiesa, ma la tradizione vuole che si rispettino anche determinate usanze tipiche della regione. Qui sotto troverete un elenco di cinque tradizioni pasquali altoatesine che non possono assolutamente mancare durante la festa della Risurrezione.

Pensavate che esistesse solo l’albero di Natale? Vi sbagliavate! Nelle zone delle Dolomiti si usa anche realizzare l’alberello di Pasqua e solitamente si usano i rami di gattice, che vengono tagliati e posizionati in un grande vaso. I rami vengono poi decorati con fiocchi, ovetti colorati, coniglietti e pulcini.
Ultimamente in giro si vedono alberi di Pasqua di tutti i tipi. C’è chi preferisce comprarne uno in legno, chi usa rami di nocciolo o d’ulivo, chi lo decora con oggetti molto strambi e chi addirittura decora un albero in giardino.
Foto scaricate da Pinterest
Apro una parentesi per raccontarvi la leggenda dei gattici. Sapete perché si chiamano così? Un mito polacco narra che una mamma gatta stava per perdere i suoi gattini perché il suo padrone li stava buttando nel fiume. I salici sulla sponda vollero aiutare i cuccioli e tesero i loro rami in modo che i gattini potessero aggrapparsi e salvarsi. Da quel giorno ogni primavera, i salici non fioriscono ma in ricordo di quanto accaduto, si ricoprono di bianche e morbide gemme, come il pelo dei gattini che hanno salvato.
In tedesco i gattici si chiamano “Palmkätzchen” e in ladino “mini” o “giać”. Tutte e tre le parole significano “gattini”.
2) PALMESEL E PALMBESEN
L’ultimo membro della famiglia ad alzarsi dal letto la Domenica delle Palme, viene chiamato “Palmesel” (somaro delle palme) e viene preso in giro durante tutto l’arco della giornata.
Ma questo è anche il giorno in cui i bambini preparano il “Palmbesen” o “granara dal orì” che tradotto letteralmente significa “scopa d’ulivo”. Ad un bastone viene legato un mazzo di rami d’ulivo e salice che viene poi decorato con dei lunghi nastri colorati.
Le scope vengono benedette in chiesa e dopodiché conservate in casa. All’avvicinarsi di un temporale, la gente usa prendere alcuni rami del Palmbesen e bruciarli nella stufa per proteggere la casa dalle disgrazie.


3) COLORARE LE UOVA… PER POI SPACCARLE
Il Giovedì Santo è usanza colorare le uova di Pasqua in casa. Ognuno è libero di dare sfogo alla propria fantasia. Le uova possono essere decorate con adesivi, colorati con ingredienti naturali oppure con la carta velina. Si possono intagliare con uno speciale scalpello, decorare con disegni fatti a mano e le si può pure avvolgere con nastri o con degli ornamenti ricamati a uncinetto.
Fin qui niente di nuovo, direte voi. Tutti colorano le uova di Pasqua! Ma qui nelle Dolomiti, le coloriamo, le facciamo benedire e poi, la Domenica di Pasqua ci sfidiamo a spaccarle. Questa tradizione si chiama “pecken” in tedesco o “cufé” in ladino.

Si tratta di una gara tra due avversari che impugnano un uovo ciascuno, lasciando scoperta solo un’estremità. L’uovo viene scelto con cura e si controlla la durezza del guscio picchiettandolo contro gli incisivi. Si battono dapprima le due teste dell’uovo e poi i culetti. Un partecipante batte, mentre l’altro attende il colpo. Le uova vanno colpite una contro l’altra finché una delle due non risulta spaccata su entrambi i lati. Ovviamente vince colui che alla fine rimane con l’uovo più intatto.
4) LA BENEDIZIONI DELLE CESTE
Passiamo ora ad una tradizione di Pasqua dell’Alto Adige molto gustosa. Il Sabato Santo la gente porta in chiesa delle ceste piene di alimenti che verranno poi benedette.
È tradizione mettere nella cesta le uova colorate, il prosciutto cotto, speck, rafano e il tipico “Fochaz”, un pane di pasta lievitata dolce, che spesso ha la forma di una treccia o di un coniglio. Questi prodotti vengono poi mangiati il giorno dopo durante l’abbondante pranzo di Pasqua.


Un tipico piatto altoatesino che viene preparato a Pasqua sono gli asparagi accompagnati dalla salsa bolzanina. Qui trovate la ricetta. Alcuni ci aggiungono anche la salsa piccante al cren (rafano).
5) L’ASSEGNAZIONE DELLE UOVA
Siamo giunti alla tradizione Pasquale secondo me più interessante, quella del “jì a üs”, che tradotto letteralmente significa “andare a uova”. Questa usanza però ha già inizio il 19 marzo, il giorno di S. Giuseppe, quando i giovani maschi prenotano le uova colorate dalle belle ragazze della valle.
Il Lunedì di Pasqua poi, i ragazzi si dirigono a casa delle fanciulle per ritirare quante più uova colorate possibile. Non è detto che le ragazze regalino l’esatto numero di uova che sono state prenotate. Usano invece questa regola: 2 ad ognuno, 4 ai ragazzi meno interessanti, 6 uova al fidanzato e 12 al promesso sposo quando il matrimonio è fissato lo stesso anno.
Eccovi svelate alcune delle tradizioni di Pasqua più diffuse in Alto Adige, ma che esistono anche in altre zone delle Dolomiti. Raccontatemi delle vostre tradizioni pasquali! Anche voi ne avete di curiose come quelle di cui vi ho parlato io? Vi aspetto nei commenti!
