Ogni volta che passo per Longarone (BL) non posso fare a meno che volgere il mio sguardo verso quell’immenso muro di cemento che sovrasta il paese. La sensazione è sempre quella: mi pervade la tristezza e per qualche secondo rimango in silenzio. Se conoscete già la drammatica vicenda della diga del Vajont, sicuramente riuscirete a capirmi. In questo articolo vi racconto della strage e vi spiego come organizzare al meglio la vostra visita alla diga del Vajont.
La notte della disgrazia
Vicino alla chiesetta commemorativa che si trova all’ingresso delle gallerie, c’è una targa che ricorda la data e l’orario della disgrazia: 9 ottobre 1963 ore 22.39
Quel mercoledì a quell’ora molta gente si trovava in casa o al bar. In tanti stavano seguendo la partita di calcio Real Madrid contro i Glasgow Rangers su Rai 1.
Ad un certo punto viene a mancare la corrente, addirittura fino a Belluno. La terra inizia a tremare e poco dopo un’impressionante onda d’urto, che precede l’onda d’acqua, si abbatte sul paese di Longarone. Si calcola che la potenza di questa onda d’urto equivale al doppio di quella generata dalla bomba di Hiroshima.
Foto di Bepi Zanfron – dal libro “Vajont”
Le case vengono abbattute in pochi secondi e rimane in piedi sono il campanile della frazione di Pirago e un una parte del municipio. 1910 persone perdono la vita, di cui 487 sono bambini. In realtà non si conosce il numero esatto delle vittime. Si salvano solo i paesani che in quel momento si trovavano lontani da casa per lavoro.
Il motivo della tragedia
Ma cosa successe esattamente quella notte del 9 ottobre 1963? Dal monte Toc, la montagna che sovrastava il bacino (in friulano “Toc” significa “marcio”), si stacca una frana larga 2 km e di conseguenza 280 milioni di metri cubi di terreno vanno a finire nella diga ad una velocità di 100km/ora.
Una parte dell’acqua che si trovava al suo interno risale il versante opposto distruggendo le abitazioni lungo le sponde del lago. Mentre l’acqua rimanente viene scaraventata contro il muro di cemento della diga, che le fa da trampolino e innalza un’onda di quasi 200 metri la quale si riversa sul paese di Longarone e le sue frazioni.
Quest’acqua si dirige poi verso Belluno seguendo il fiume Piave e porta con sé vittime e i pezzi dei paesi appena distrutti. Passano solo quattro minuti da quando la frana si stacca dal Monte Toc al momento della sparizione di Longarone.
I soccorsi sono arrivati abbastanza in fretta, gli alpini sono stati tra i primi a giungere sul luogo del disastro, ma purtroppo hanno potuto salvare solo poche persone. Soltanto 750 vittime sono state identificate e alcune non sono mai state ritrovate.
Nella frazione di Fortogna, a 4 km da Longarone, è stato costruito un cimitero monumentale che ricorda le circa 2000 vittime che hanno perso la vita il 9 ottobre 1963.
Una catastrofe annunciata, la costruzione della diga
Quella del Vajont, con i suoi 265metri, è stata fino a poco tempo fa la diga più alta del mondo. I lavori per la sua costruzione iniziarono nel 1957 e vennero realizzati dalla Società SADE che aveva bisogno di questo bacino per produrre elettricità. Il progetto venne approvato nel 1943 attraverso un procedimento irregolare. Infatti alla riunione non era presente la maggioranza dei Consiglieri.
Vennero espropriati terreni e la gente che abitava nei paesi attorno alla diga era contraria alla costruzione, ma nessuno volle prendere in considerazione la loro preoccupazione.
Nel 1959 terminarono i lavori e vennero effettuati tre collaudi. Ad ogni collaudo, il livello dell’acqua venne alzato un po’ di più. Il terzo ed ultimo collaudo causò una scossa di terremoto così potente, che la sentirono addirittura fino a Trieste.
Foto di Bepi Zanfron – dal libro “Vajont”
I costruttori e gli ingegneri avevano previsto il disastro, ma non dissero nulla. I segni di una frana imminente erano inequivocabili. Peccato che chi osava manifestare contro la diga, esporre le proprie teorie che prevedevano la disgrazia (ad esempio il geologo Leopold Müller) o pubblicare articoli accusatori (come la giornalista Tina Merlin), venisse zittito.
Già nel 1959, alla vicina diga di Pontesei (progettata dallo stesso ingegnere che disegnò anche la diga del Vajont), accadde lo stesso incidente: una frana si staccò, andò ad invadere la diga e si formò un’onda che “per fortuna” uccise solo una persona. Purtroppo questo campanello d’allarme fu ignorato.
Dopo la tragedia del Vajont sono state portate a processo 11 persone, ma alla fine ne sono state condannate solo due. Una di queste è rimasta in prigione per la durata di un anno e l’altra nemmeno un mese.
Visita alla diga del Vajont: come raggiungerla
Qui sotto troverete tutte le informazioni necessarie per programmare al meglio la vostra visita alla diga del Vajont.
La diga del Vajont si trova proprio sul confine tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. È raggiungibile da entrambe le regioni.
Se provenite da Longarone (Veneto), attraversate il Ponte Campelli e seguite le indicazioni per la diga. Dovrete percorrere una strada in salita con alcuni tornanti e prima di arrivare a destinazione, attraverserete delle gallerie a senso unico. Un semaforo a tempo regola il traffico. State attenti quando attraversate le gallerie perché potreste incontrare dei pedoni che vanno a fotografare la diga dalla strada.
Se invece volete raggiungere la diga provenendo Friuli Venezia Giulia seguite la SR251 attraversando la Val Cellina e attraversate lo stupendo lago di Barcis, dove vi consiglio di fare una piccola sosta per ammirare i suoi splendidi colori. Infine seguite le indicazioni per Casso e poi per la diga del Vajont.
Una volta arrivati alla diga ci sono vari parcheggi dove poter lasciare la macchina. Quello più comodo è sicuramente quello collocato proprio subito dopo le gallerie (se arrivate da Longarone). Questo parcheggio è a pagamento, il costo orario è di 2,00€.
Nel parcheggio c’è una piccola casetta in legno dove è possibile acquistare i ticket per le visite guidate.
Le tipologie di visite guidate
Visita guidata breve e attraversamento del coronamento della diga
Ci sono varie tipologie di visite guidate. Quella più corta, ma comunque abbastanza completa è la visita guidata che dura all’incirca 50 minuti. Il ticket può essere acquistato presso la casetta di legno al parcheggio oppure anche online sul sito.
Queste visite al coronamento della diga vengono effettuate ogni mezz’ora dalle 10:00 alle 17:00 e costano 7€ a persona. I bambini sotto i 6 anni possono partecipare gratuitamente. Ogni 9 ottobre invece, l’ingresso è gratuito per tutti.
Fino al 24 luglio le visite vengono organizzate solo di sabato e domenica, poi fino al 6 settembre tutti i giorni. Vi consiglio comunque di consultare il sito ufficiale per conoscere i giorni esatti in cui è possibile partecipare alle visite.
Il punto di ritrovo è proprio di fronte alla chiesetta accanto all’ingresso delle gallerie. Un esperto spiega per filo e per segno la storia della diga e dopodiché ci si dirige sul coronamento e lo si attraversa.
Una volta arrivati dall’altra parte, la guida concede alcuni minuti per fare delle foto e poi si ritorna indietro alla chiesetta dove la visita guidata si conclude.
Sul pavimento del coronamento c’è una grata. A coloro che soffrono di vertigini consiglio vivamente di non attraversarlo. Potete partecipare alla spiegazione e se volete, potete percorrere il primo pezzo dell’attraversamento dove il pavimento è in cemento.
Alla visita guidata possono partecipare anche i vostri amici a quattro zampe. Ma fate attenzione perché i cani potrebbero aver paura della grata e a quel punto vi toccherà portarli in braccio.
Dal coronamento si ha una magnifica vista su Longarone e sulla valle che sovrasta il paese. Mentre dall’altra parte si può ammirare la conca invasa dalla frana dove una volta giaceva l’acqua della diga.
Visite guidate approfondite
Ci sono poi le visite guidate più approfondite organizzate dall’Associazione Guide Dolomiti Friulane, che hanno la durata di circa 3 ore e forniscono una panoramica più dettagliata delle vicende e delle dinamiche del disastro del Vajont. Sono a numero chiuso ed è perciò necessaria la prenotazione (+39 0427 87333). Il prezzo è di 15€ per gli adulti e 8€ per i bambini dai 6 ai 12 anni.
Marcia della memoria
Se ne avete la possibilità, vi consiglio di partecipare alla “Marcia della Memoria” che si svolge ogni anno durante l’ultima domenica di settembre (quest’anno il 26/09/2021). Si tratta di un’escursione che parte e finisce a Longarone e i partecipanti possono scegliere tra 3 percorsi diversi: quello più facile di 9 km, quello medio di 16 km e quello impegnativo di 24km.
La corsa-camminata, non competitiva, percorre tratti di strade interrotti o distrutti nel disastro del Vajont che collegavano la valle del Piave alla Valcellina, e antichi sentieri che per secoli sono stati le vie di comunicazione per le genti di Casso, Erto, Castellavazzo e Longarone.
Ci si può iscrivere online attraverso questo sito: https://www.percorsidellamemoria.it/
Se qualcuno volesse approfondire le vicende di questo brutto avvenimento, vi consiglio di acquistare il libro-inchiesta della giornalista Tina Merlin “Sulla pelle viva”.
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